…Parigi, la vecchia Parigi è sparita (la forma d’ una città, ahime, muta più rapidamente d’un cuore mortale)…
(Charles Baudelaire)
…Non sapersi orientare in una città può essere una cosa non interessante e banale. Essa è il frutto di ignoranza, niente più. Ma smarrirsi in una città, come ci si smarrisce in una foresta, questo richiede che si impari in un senso tutto diverso. Allora, le insegne e i nomi delle strade, i passanti, i tetti, i chioschi o i bar devono suonare all’orecchio dell’errabondo come lo scricchiolio di un ramoscello spezzato sotto i suoi piedi nella foresta, come il richiamo impressionante di un tarabuso nella lontananza, come l’improvviso silenzio di un terreno disboscato al cui centro si erge un giglio.Parigi mi ha insegnato quest’arte di smarrirsi; essa ha sodisfatto un sogno le cui prime tracce si trovano nei labirinti che arabescavano le carte assorbenti dei miei quaderni di scuola .
(Walter Benjamin – One-Way Street and Other Writings )
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La Parigi che voi amaste
Non è quella che amiamo noi
E ci dirigiamo senza fretta
Verso quella che dimenticheremo
(Raymond Queneau – Les Ziaux)
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…Parigi cambia! ma niente, nella mia melanconia,
s’è spostato: palazzi rifatti, impalcature,
case, vecchi sobborghi, tutto m’è allegoria;
pesano come rocce i ricordi che amo.
Così, davanti al Louvre, m’opprime una figura:
penso al mio grande cigno, ai gesti folli
che faceva, esule comico e sublime
che un desiderio morde senza fine…
(Charles Baudelaire – da Il Cigno)
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…Un altro sistema di gallerie si estende nei sotterranei di Parigi: il métro, dove rosse risplendono di sera le luci che indicano la via nell’Ade dei nomi…
(Walter Benjamin – Parigi. Capitale del XIX secolo)
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…non c’è di libero nemmeno il cielo. Al di sopra del più alto tetto del quartiere, si disegna nell’azzurro, in sottili e altissimi caratteri di ferro, il nome d’un artista delle nuvole che vuol farvi la fotografia. …
(Edmondo de Amicis – da Ricordi di Parigi)
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…Raramente abbiamo visto la naturale sollenità di una grande città rappresentata con maggior vigore poetico: la maestà dei mucchi di pietre; le guglie che puntano il dito verso il cielo; gli obelischi dell’industria che vomitano nel cielo una legione di fumo; le enormi impalcature dei monumenti in riparazione, la cui struttura, paradossalmente bella e simile a una ragnatela, si stringe contro i solidi corpi dei monumenti, il cielo umido gravido di collera e plumbeo per il rancore; e le grandi panoramiche la cui poesia risiede nei drammi che le conferiamo nella nostra immaginazione…
(Walter Benjamin – da Charles Baudelaire: A Lyric Poet in the Era of Hight Capitalism)
…Per il flâneur la strada subisce questa metamorfosi: essa lo conduce in un tempo scomparso. Egli va camminando, ogni strada per lui è scoscesa, lo conduce in basso, se non proprio alle madri, almeno dentro un passato che può essere tanto più profondo quanto più non è quello suo, privato, rimanendo pur sempre però, il passato di una giovinezza.
(Walter Benjamin – da Parigi. Capitale del XIX secolo)
La città esiste soltanto attraverso i passi dei suoi abitanti o dei suoi visitatori, che la inventano vivificandola con i loro percorsi, i loro incontri, la loro frequentazione di negozi, chiese, uffici, atri di stazioni, locali di spettacolo bar, luoghi di ricreazione.
(David le Breton)
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I love Paris too. When we lived in England, we used to come to Europe on holiday 4 or 5 times a year. Now I live in the states I miss the traveling.
Paris is really beautiful!
Thank You!
Have a good Day!